L’opposizione e la protesta del movimento NO MUOS inizia nel febbraio 2009 ed è necessario estenderla per fermare la definitiva installazione di un impianto militare (tre trasmettitori parabolici di 18,4 metri di diametro e due torri radio di 149 metri di altezza) che il Ministero della Difesa USA ha deciso di impiantare nella zone della Riserva Naturale Orientata Sughereta di Niscemi.
Il MUOS assieme ad altri tre terminali terrestri servono per creare un network utile alle comunicazioni satellitari per le operazioni militari degli Stati Uniti.
Il MUOS in primo luogo è un problema enorme per la salute di tutti i siciliani.

Ancora una volta la Sicilia viene utilizzata per scopi militari e di guerra senza riguardo per l’impatto ambientale, sociale ed economico che graverà sul nostro territorio e non tenendo della vocazione pacifica del popolo siciliano.

L’opposizione all’installazione del MUOS può avere efficacia attraverso la smilitarizzazione della Sicilia e la sua trasformazione in avamposto di pace al centro del Mediterraneo e non base per azioni di guerra. Ieri in Libia, domani in Siria e dopodomani in Iran.

Sia chiaro che bisogna fare una scelta perché la smilitarizzazione ha vantaggi sul piano turistico ed economico.
Basti pensare al traffico aereo civile di Catania non più condizionato e disturbato dal proliferare di questi impianti militari.

In pochi nella nostra provincia non hanno capito che se parte il MUOS non partirà mai l’aeroporto di Comiso.

Su questi aspetti pesanti sono le responsabilità del centro-destra nazionale e regionale e di Lombardo, ma anche del PD che sui territori dichiara di opporsi ma alla regione governa con Lombardo e avalla ogni sua scelta politica.

Se da un lato la protesta deve coinvolgere tutti coloro che si oppongono a questo tipo di installazione militare (cittadini, associazioni, sindacati, partiti, ma anche istituzioni come i Comuni ed altri enti pubblici) bisogna evidenziare nel contempo le responsabilità politiche dei governi nazionale (i cablogrammi di Wikileaks chiamano pesantemente in causa l’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa, di AN e poi PDL) e regionale del governatore Lombardo che non ha fatto valere le ragioni del popolo siciliano e dei principi autonomistici dello Statuto della nostra Regione, che viene difeso a parole solo a fini propagandistici ed elettoralistici.

La mobilitazione deve riguardare anche il nostro territorio.
L’ultimo studio condotto dal Politecnico di Torino dimostra i rischi per la salute della popolazione e per salvaguardie dell’ambiente che l’emissione di queste onde elettromagnetiche possono provocare.
Lo studio parla infatti di “effetti acuti, legati a esposizioni brevi, a campi di elevata intensità; e di effetti dovuti a esposizioni prolungate a campi di intensità inferiore. (…) Ciò può provocare danni gravi e permanenti alle persone accidentalmente esposte a distanza inferiori ai 20 km, e ciò significa che l’eventualità di una esposizione diretta al fascio riguarda l’intera popolazione di Niscemi e va considerata come il peggiore incidente possibile“.
Lo studio del Politecnico smentisce le rassicurazioni del Ministero della Difesa e del Governo italiano.

La sola applicazione del principio di precauzione è sufficiente a impedire l’installazione del MUOS. Noi chiediamo la mobilitazione dal basso, una maggiore incisività del coordinamento dei Sindaci per richiamare tutti alle proprie responsabilità e costringere l’ARS e il governo regionale a intraprendere tutte le iniziative utili a difesa dei diritti della nostra popolazione, del nostro territorio e delle prerogative contemplate dallo Statuto Siciliano e per fermare la definitiva installazione del MUOS. Noi saremo presenti alla costituzione del comitato cittadino No Muos che si terrà la settimana prossima, ma riteniamo questa iniziativa solo un primo piccolo passo verso una battaglia democratica per il futuro della nostra terra.
di Davide Guastella, tratto da risvegliati.it