Super radar mostruosi fra la città e i campi

Tre trasmettitori dal diametro di venti metri e due torri radio di centocinquanta metri d’altezza. Un’installazione colossale che il Ministero della Difesa statunitense sta impiantando all’interno della Riserva Naturale “Sughereta” di Niscemi, in piena area SIC (Sito di Interesse Comunitario). E’ una delle quattro stazioni di terra che, insieme a quattro satelliti, costituiscono il MUOS (Mobile User Objective System), un sistema di comunicazioni satellitari per forze militari navali, aeree e terrestri. Secondo i tecnici di Lombardo  il sistema emetterà quantità di onde elettromagnetiche di inferiori a quelle emesse dal sistema di telecomunicazioni della US Navy attualmente attivo a Niscemi. Per i professori Zucchetti e Coraddu del Politecnico di Torino la realizzazione del MUOS incrementerà invece le emissioni di onde nell’area.
Questo è solo uno dei tanti aspetti controversi e inquietanti della questione MUOS, che le inchieste di Antonio Mazzeo hanno recentemente portato alla luce. Il mostro è stato calato “dall’alto”. Nessun coinvolgimento dei cittadini.
Ma chi non ci sta si organizza. Anche in provincia di Ragusa si è costituito un Comitato No Muos a Vittoria e un altro è appena nato anche a Modica. Ne parliamo con Peppe Cannella, uno dei promotori.
Comitato di Base “No MUOS” a Modica: qual è l’idea di fondo che ha spinto a promuovere l’iniziativa?
Il Comitato nasce per coinvolgere in maniera diretta singoli cittadini .Occorre abbattere il muro di silenzio che si è creato attorno alla vicenda, puntare sulla divulgazione delle informazioni; aderire alle iniziative di lotta in programma a Niscemi e organizzarne di nuove anche in altri territori. Si riuscirà ad ottenere qualcosa solo se l’argomento sarà affrontato in più territori, fino a divenire di interesse regionale.
Quali sono gli aspetti del MUOS che vi preoccupano maggiormente?
L’area dove il MUOS sta sorgendo è soggetta a una forte militarizzazione, per cui le notizie che trapelano dalle relazioni tecniche americane sono molto parziali e carenti di dati importanti. Non si accenna ad esempio agli incidenti “di puntamento” che potrebbero verificarsi se, per cause imprevedibili, il fascio di onde venisse emesso verso il basso.
Dalla relazione dei professori Zucchetti e Coraddu emerge chiaramente che un incidente del genere provocherebbe danni evidenti sull’abitato di Niscemi, che si concentra in un raggio di sei chilometri dalle parabole. Ma non solo. I danni da esposizione prolungata ai campi elettromagnetici potrebbero verificarsi anche a distanze superiori agli ottanta chilometri, con un forte interessamento di moltissimi comuni limitrofi. Lo studio della Marina Usa non affronta minimamente i possibili effetti a lungo termine sulle popolazioni esposte ai campi elettromagnetici.
Dalla relazione del Politecnico risulta provato che il fascio emesso dalle parabole è altamente dannoso per i volatili e per gli insetti impollinatori come le api. Gli effetti dell’irraggiamento da MUOS anche a grandi distanze dall’impianto saranno devastanti e avranno ripercussioni sull’intera catena alimentare dell’area.
MUOS e aeroporto di Comiso. Che rapporto?
Inizialmente era previsto che il MUOS sorgesse presso la base militare di Sigonella. Da una relazione tecnica americana emerge che lo spostamento a Niscemi è avvenuto poiché le emissioni delle parabole avrebbero potuto interferire negativamente con gli strumenti di bordo degli aerei, mettendo in serio pericolo il traffico dello scalo. Se il MUOS entrasse in funzione si perderebbe ogni speranza sulla tanto attesa apertura dell’aeroporto di Comiso, a soli 18 chilometri dall’installazione.
Cos’ha visto nell’area dove il MUOS sta sorgendo? Che impressioni?
Abbiamo percorso circa quattro chilometri all’interno della riserva naturale prima di giungere all’area militare delimitata. L’impatto ambientale è già molto forte. Una collina sventrata, terrazzamenti, alberi sradicati, casermette in costruzione e tre giganteschi basamenti di cemento. Le torri sono già “impellicciate” con l’opportuna verniciatura che dovrebbe mimetizzarle.
È realistica l’idea di riuscire a fermare la realizzazione del MUOS? In fondo, si tratta di combattere contro il colosso americano.
Certo. Il coinvolgimento di quanta più gente possibile è fondamentale. Creare un movimento forte, che faccia delle azioni significative di lotta e di disobbedienza: è l’unico modo per riuscire a fermare i lavori e impedire un simile scempio.
di Enrica Frasca, ilclandestino.info